Manovra 2008: a rischio i disabili anziani

In queste ore il Senato sta approvando la legge di conversione del Decreto Legge 112/2008 che tornerà poi alla Camera.
Nel testo in esame è prevista una disposizione che mette a rischio l’erogazione dell’assegno sociale a migliaia di cittadini, in particolare alle persone con disabilità con più di 65 anni di età. Vediamo il perché.

Cos’è l’assegno sociale

L’assegno sociale è stato istituito dalla Legge 335/1995. È – attualmente – una prestazione assistenziale, cioè prescinde da qualsiasi versamento contributivo. L’assegno sociale è una provvidenze per il sostegno alle persone anziane a basso reddito (casalinghe, invalidi, indigenti). Per il 2008 l’assegno sociale è pari a euro 395,59 mensili, cui vanno aggiunte, se ricorrono particolari condizioni, alcune maggiorazioni sociali.
Il primo requisito per l’ottenimento dell’assegno è quello dell’età: l’assegno viene erogato solo dal compimento dei 65 anni di età. Possono farne richiesta i residenti in Italia che siano cittadini italiani o della Comunità Europea e i cittadini extracomunitari in possesso della carta di soggiorno. Sono poi previsti dei limiti reddituali di chi ne fa richiesta e del coniuge.
Gli invalidi civili, i ciechi civili e i sordomuti sono direttamente interessati dall’assegno sociale. Infatti, al compimento del 65esimo anno di età, le pensioni e gli assegni mensili di assistenza non vengono più erogati, ma vengono – fino a oggi – “convertiti” in assegno sociale qualora ricorrano le condizioni reddituali previste.
Le indennità di comunicazione e di accompagnamento continuano invece ad essere erogate indipendentemente dall’età.

Cosa prevede la nuova norma

E veniamo alle modifiche legislative in discussione al Senato. L’articolo 20, comma 10 del testo di conversione del Decreto Legge 112 prevede che, a decorrere dal 1° gennaio 2009, l’assegno sociale venga corrisposto agli aventi diritto a condizione che abbiano soggiornato legalmente e lavorato legalmente con un reddito almeno pari all’importo dell’assegno sociale, in via continuativa, per almeno dieci anni nel territorio nazionale.

La disposizione, tecnicamente “pasticciata”, finisce per investire non solo gli extracomunitari indigenti (in possesso comunque di carta di soggiorno), ma anche tutte le persone che non hanno mai effettuato versamenti contributivi come ad esempio le casalinghe o gli invalidi che, a causa della loro disabilità, non hanno mai svolto attività lavorativa. Si tratta, quindi, di una disposizione che colpisce soprattutto le fasce più deboli e le priva anche di quel sostentamento già minimo fino ad oggi erogato.

I passaggi ora sono i seguenti: approvazione da parte del Senato (che ha ancora qualche margine di correzione) e passaggio del testo alla Camera per l’approvazione definitiva. Nel caso di modifiche del testo (che il Governo vorrebbe evitare) alla Camera, il testo tornerebbe ancora al Senato per un’ultima lettura e l’approvazione definitiva. Ci si augura che nel frattempo la disposizione in esame venga emendata.

29 luglio 2008

Aggiornamento: in sede di conversione in Legge del Decreto 112/2008, ha modificato l’originaria indicazione mantendo solo il limite della residenza in Italia da almeno 10 anni.

Ultimo aggiornamento: 8 agosto 2008

 

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