Con l’ordinanza 3334/2025, il Consiglio di Stato (Sezione Quinta) segna un’importante affermazione dei diritti delle persone con disabilità, riformando una precedente decisione del TAR Campania – Sezione staccata di Salerno. Al centro della vicenda, la richiesta di uno stallo di sosta personalizzato per persone con disabilità avanzata da un cittadino con gravi patologie motorie.

Il TAR, con l’ordinanza cautelare n. 281/2025, aveva rigettato la domanda di sospensiva presentata dal ricorrente contro il diniego comunale. Tuttavia, il Consiglio di Stato ha accolto l’appello (ricorso n. 6490/2025), evidenziando gravi carenze nell’istruttoria e nella motivazione del provvedimento amministrativo impugnato.

Il caso e la normativa applicabile

La vicenda ruota attorno all’applicazione dell’art. 381, comma 5, del Regolamento di esecuzione del Codice della Strada (D.P.R. 495/1992), che consente al Comune di assegnare gratuitamente uno stallo riservato nei pressi dell’abitazione della persona con disabilità, a condizione che non vi siano spazi privati accessibili e che la zona presenti “alta densità di traffico”.

Secondo il Consiglio di Stato, l’Amministrazione comunale ha omesso una corretta valutazione dei presupposti normativi: da un lato, ha sottovalutato l’effettiva condizione del richiedente, e dall’altro, si è limitata ad affermare genericamente che la strada in questione non presenterebbe un’elevata densità di traffico, senza produrre un’istruttoria adeguata.

Il Collegio ha richiamato un orientamento giurisprudenziale consolidato (Cons. giust. amm. Sicilia, sent. n. 978/2024), secondo cui il Comune non può esercitare la propria discrezionalità in modo arbitrario, ma deve bilanciare le esigenze di viabilità con il diritto fondamentale della persona con disabilità motoria e una vita dignitosa.

“La norma – si legge nell’ordinanza – è chiaramente finalizzata a migliorare le condizioni di vita delle persone con importanti limitazioni della capacità di deambulazione, garantendo il loro diritto alla libertà di movimento”.

Conseguenze della decisione

Il Consiglio di Stato ha quindi sospeso il provvedimento comunale, accogliendo l’istanza cautelare proposta in primo grado. La decisione impone all’Amministrazione di rivalutare la richiesta alla luce dei principi giurisprudenziali richiamati, conducendo una nuova istruttoria e motivando in modo puntuale ogni scelta. Inoltre, per ragioni di riservatezza e tutela dei dati sensibili, il provvedimento dispone l’oscuramento delle generalità delle parti e di ogni riferimento idoneo a rivelare lo stato di salute.

Una pronuncia che rafforza il diritto alla mobilità

Questa ordinanza si inserisce in un filone giurisprudenziale attento ai diritti delle persone con disabilità, ribadendo che le amministrazioni pubbliche devono giustificare con rigore ogni diniego, specie quando incidono su diritti fondamentali come la libertà di movimento. Un monito chiaro agli enti locali: la tutela dei diritti delle persone con disabilità non può mai essere trattata come una questione secondaria.

 

News a cura del Centro Studi Giuridici HandyLex

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