Con la definitiva adozione del Decreto Ministeriale Infrastrutture del 5 luglio 2021, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 2 agosto 2021, è stato istituito il Registro Pubblico CUDE, una banca dati nazionale online che contiene tutte le informazioni relative al Contrassegno Unificato Disabili Europeo.
La caratteristica del Contrassegno Unificato Disabili Europeo è che consente, alla persona con disabilità, di circolare dove normalmente agli altri utenti è vietato, su tutto il territorio dell’Unione Europea, non solo in Italia.
Il Cude è un documento digitale, che sostituisce quello cartaceo, introdotto nel 2012.
Quali sono le novità più rilevanti: innanzitutto la digitalizzazione; il D.P.R. N°151/2012 «Regolamento in materia di strutture, contrassegno e segnaletica per facilitare la mobilità delle persone invalide» pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 203 del 31-8-2012 aveva già introdotto il CUDE con il nuovo formato europeo del contrassegno.
La normativa inoltre stabiliva che:
“Nello spazio riservato all’eventuale vignetta olografica anticontraffazione, può essere inserito anche un microchip elettronico di raccolta ed eventualmente comunicazione dati”.
Il D.M. del 5 luglio non ha fatto altro che seguire il regolamento del 2012 ed istituire il registro per raccogliere e comunicare i dati dei contrassegni in modo tale che, applicando un microchip elettronico sul contrassegno disabili, i dati potessero (possono) essere letti e controllati in tempo reale tramite un dispositivo collegato a detto registro.
Tramite l’accesso al Registro Pubblico CUDE e la condivisione dei dati non sensibili dei contrassegni dei disabili del proprio Comune con tutte le Amministrazioni italiane, i Comuni e i Comandi di Polizia Locale hanno accesso in tempo reale alla banca dati nazionale del Registro Pubblico CUDE e possono gestire in autonomia i contrassegni disabili.
E’ più semplice inoltre, evitare la contraffazione dei contrassegni.
Per ottenere il Contrassegno unico disabili europeo (Cude), la persona con disabilità deve presentare, presso il proprio Comune di residenza, la richiesta del codice univoco, associato al Cude.
Questa procedura può avvenire anche in via telematica, tramite Spid o la carta d’identità digitale.
In relazione al procedimento di generazione del codice univoco e pertanto come potrebbero essere trattati i dati personali dei soggetti richiedenti, si è pronunciato il Garante della protezione dei dati personali, rilevando che “il dato storico acquisito al CED, è il codice alfanumerico assegnato dal Comune al titolare del contrassegno” e che “non viene acquisito, nemmeno come dato storico, il nominativo del titolare del contrassegno”; “il dato esterno e dinamico, successivo alla generazione del codice univoco, è finalizzato a comprovare che esiste un CUDE e che esso è abbinato al numero di targa di un veicolo adibito al servizio di persona con disabilità”; il sistema operativo descritto consente, prescindendo dall’identità del titolare del CUDE, di verificare se per un veicolo, identificato a mezzo del numero di targa, è attivo un collegamento con un codice univoco (e quindi con un CUDE), e risulti quindi autorizzato a sostare negli stalli riservati ai disabili ovvero a transitare nelle Zone a traffico limitato (ZTL) su tutto il territorio nazionale; implementare le liste di abilitazione relative ai sistemi di rilevazione degli accessi alle ZTL, assicurando in tempo reale l’inserimento in tale lista della targa abbinata al codice univoco; al titolare del CUDE, di aggiornare la targa del veicolo da adibire a suo servizio in tempo reale; impedire l’abuso del CUDE che si potrebbe attuare con la riproduzione dello stesso a fini di utilizzo contestuale su più veicoli.
Sulla base di tali presupposti, il Garante ha espresso il suo parere positivo.
È necessario inoltre, compilare un apposito modulo (per come previsto nel Dm), indicando, «secondo un criterio di priorità di preferenza, il numero di targa di uno o più veicoli, fino ad un massimo di due», che la persona richiedente intende utilizzare.
Ciò non toglie che si possano utilizzare altri veicoli: il Cude è personale, nel senso che il suo titolare può fruirne su qualsiasi veicolo abbia a disposizione.
Bisogna però ricordare che quando si utilizza un altro veicolo, si deve comunicare la targa, se si vuole evitare che arrivino sanzioni per infrazioni rilevate da sistemi automatici.
Il Comune inserirà i dati, aggiornando la piattaforma unica ed il Ced della Motorizzazione genererà quindi il codice univoco e, da quel momento, il Cude sarà attivo.
Con la digitalizzazione dei dati dei contrassegni, il Registro Pubblico CUDE consente una migliore accessibilità e una rapida registrazione e condivisione dei dati per facilitare con efficacia la gestione e i controlli dei Comuni e dei Comandi di Polizia Locale.
Infatti gli uffici competenti possono gestire in maniera più veloce i rilasci, gli aggiornamenti, le cessazioni ed il controllo incrociato fra l’anagrafe dei decessi e l’elenco dei titolari.
Riguardo a questo ultimo punto, è bene ricordare che non è possibile usare il contrassegno disabili di una persona defunta, ma se un tempo questa condotta veniva spesso compiuta impunemente, oggi gli abusi saranno facilmente contestabili.
Gli agenti di Polizia locale inoltre possono controllare in tempo reale i contrassegni disabili di qualsiasi Comune italiano, verificando il numero del contrassegno, il Comune di emissione, la scadenza del contrassegno
E’ importante ancora una volta ricordare che la condivisione dei dati è solo di quelli non sensibili; tramite tale condivisione, le attività di collaborazione tra le Amministrazioni e i Comandi di Polizia Locale di tutti i Comuni d’Italia saranno più sinergiche, consentendo a tutti i cittadini disabili di spostarsi da un Comune all’altro senza dover incontrare differenti regole di accesso.
La piattaforma dovrebbe essere pienamente operativa entro fine ottobre.
29 Settembre 2021
Approfondimento a cura del Centro Studi Giuridici HandyLex
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