Presentato in Parlamento, che lo ha approvato a larga maggioranza, il 26 aprile ed approvato dal Governo ieri 29 aprile, il PNRR – Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – (detto anche Recovery Plan), è il programma di investimenti che si intende attuare con i finanziamenti che la Commissione Europea metterà in campo per l’Italia nell’ambito del Next Generation EU, lo strumento per rispondere alla crisi pandemica provocata dal Covid-19.

Il PNRR sarà presentato alla Commissione Europea oggi, 30 aprile, e contiene un gran numero di interventi, finanziamenti e riforme, previsti in particolare per riparare le problematiche causate dalla pandemia, in vari ambiti d’azione.

I fondi a disposizione saranno in totale 221,1 miliardi, di cui 30,6 miliardi di risorse interne e 191,5 miliardi dall’Unione Europea , che li darà al nostro Paese in forma di sussidi o prestiti a basso tasso d’interesse, da utilizzare entro il 2026.

Le linee Guida Europee del 22 gennaio 2021, che potete consultare a questo Link, sono interamente richiamate dall’Italia per l’impegno delle risorse, con divieto esplicito di finanziare linee di intervento ordinarie che dovranno continuare ad essere finanziate tramite normali fondi statali.

La FISH, nelle varie audizioni parlamentari di questi mesi, aveva evidenziato una serie di interventi che riteneva fondamentali per la presentazione del P.N.R.R.

Tra questi l’aggiornamento e l’adattamento dei LEA soprattutto per la parte che concerne l’integrazione Socio Sanitaria, l’introduzione di nuovi modelli e strumenti di garanzia delle prestazioni e dei percorsi, la definizione ed emanazione dei LEPS (Livelli Essenziali delle Prestazioni Sociali) previa costituzione e finanziamento di un capiente fondo nazionale alimentato dalla fiscalità generale, il rafforzamento della coesione sociale, attraverso una riforma dei sistemi di welfare differenti da quelli attuali e basati sui diritti umani civili e sociali e sul perseguimento dell’obiettivo di garantire, ad ogni cittadino con disabilità ed ai loro familiari, la migliore qualità di vita possibile, l’eliminazione delle barriere alla partecipazione sociale e la promozione di contesti inclusivi, l’attuazione stabile del Progetto di vita personalizzato, così come previsto dall’art. 14 della Legge 328/00 che fatica ad essere adottato in molteplici Regioni e Comuni Italiani.

Aveva richiesto una norma nazionale specifica per la Vita indipendente, finanziata da uno specifico ed apposito fondo per progettare i diritti delle persone con disabilità ed una norma per la tutela dei diritti dei “caregivers” familiari, figure che aspettano da fin troppo tempo il riconoscimento giuridico dei loro diritti essenziali.

Aveva posto l’attenzione sulla necessità di riorganizzare il sistema educativo Inclusivo Italiano (che con la Pandemia dovuta al virus Covid – 19 ha dimostrato tutti i suoi limiti strutturali ed organizzativi) strutturandolo ulteriormente e completando e migliorando rapidamente la riforma in atto, che dovrà affrontare necessariamente nuove tematiche inclusive (Adeguata formazione specializzata di tutti i docenti di ogni ordine e grado, nonché di tutti coloro che, a vario titolo interagiscono con gli alunni e studenti con disabilità; sostegno domiciliare con operatori educativi per le disabilità come quelle dei disturbi del neuro-sviluppo etc; formazione delle famiglie; DPI appropriati per gli alunni sordi, etc.).

Aveva posto l’accento sull’inclusione nel mondo del lavoro delle persone con disabilità con la necessità di attivare politiche attive del lavoro che coinvolgano direttamente le persone con disabilità e le organizzazioni che le rappresentano.

Aveva richiesto di dare concreta attuazione alla legislazione attuale e alle priorità d’intervento individuate nel Programma biennale elaborato dall’Osservatorio nazionale per l’attuazione della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità (linee guida per la revisione della filiera dell’inserimento mirato e definizione livelli essenziali di funzionamento della rete dei centri per l’impiego, banca dati e sistema di monitoraggio dedicato; costruzione di un repertorio delle buone pratiche di accomodamento ragionevole; messa a punto di modelli di lavoro agile pienamente inclusivi; tutela dei lavoratori autonomi con disabilità; sviluppo della contrattazione collettiva;

sperimentazione gestionali come gli Osservatori aziendali sulla disabilità in chiave di contenimento degli effetti dell’emergenza e integrazione e revisione dei protocolli di sicurezza aziendale secondo un approccio testo a combinare tutele rispetto al diritto positivo all’accesso e mantenimento di una occupazione libera e dignitosa;  etc.)” e mettere mano ad un potenziamento delle competenze in materia di “job coaching” tra mondo delle imprese e disoccupati con disabilità.

Ed infine aveva posto l’accento sulla necessità di potenziare la comunicazione pubblica, spesso inaccessibile e non fruibile alle persone con disabilità (mancanza di LIS, sottotitoli, libri di testo scolastici ed universitari in formati accessibili, etc.)

Nel testo, che andremo ad analizzare, molte delle richieste fatte, sono state recepite.

Andiamo con ordine.

Gli ambiti delle riforme e degli interventi saranno molteplici.

I numeri.

Per la salute sono previsti 15,63 miliardi, con circa 4 miliardi per l’assistenza domiciliare e la telemedicina e e 2 miliardi per le Case della Comunità.  

Per le infrastrutture sociali, famiglie, comunità e terzo settore sono previsti 11,17 miliardi, dove trovano spazio in particolare i principali interventi per le persone con disabilità, che annoverano, tra gli altri, innovativi percorsi di autonomia per individui disabili e la Legge quadro per le disabilità.

Importante sottolineare come l’Osservatorio Nazionale sulla condizione delle persone con disabilità, sarà coinvolto dalle amministrazioni competenti per monitorare che le riforme proposte siano realmente inclusive.

Analizziamo ora nello specifico gli interventi previsti nel P.N.R.R. a favore delle persone con disabilità.

Il P.N.R.R. si articola in 6 “Missioni ed in quasi tutte vi sono degli interventi specifici, in particolar modo nelle Missioni 5 e 6.

 

Missione 1 “Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura”

 Missione 3 “Infrastrutture per una mobilità sostenibile”

Missione 4 “Istruzione e Ricerca”

Missione 5 “Coesione ed inclusione”

Missione 6 “Salute”

Attuazione e monitoraggio

Conclusioni

Nella Missione 1 “Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura”, alla Componente 3 è previsto l’investimento 1.2 indicato come “Rimozione delle barriere fisiche e cognitive in musei, biblioteche e archivi per consentire un più ampio accesso e partecipazione alla cultura”.

Questa parte del Piano mira a realizzare misure di ristrutturazione dei siti turistici e culturali e renderli accessibili.

Infatti, come sappiamo, il Nostro Paese dispone di un patrimonio unico al mondo, ma molti siti ed edifici sul territorio, richiedono investimenti volti a migliorare l’accessibilità.

Aumentare l’accesso al patrimonio culturale passa anche attraverso la piena accessibilità dei luoghi della cultura.

Le barriere architettoniche, fisiche, cognitive e sensoriali sono un tema da sempre critico per i siti culturali italiani: molte istituzioni non hanno ancora rimosso le barriere fisiche ed ancora meno le barriere percettive, culturali e cognitive che limitano l’esperienza culturale.

L’intervento mira a rimuovere le barriere senso-percettive architettoniche, culturali e cognitive in un insieme di istituzioni culturali italiane.

Essi saranno abbinati ad attività di formazione per il personale amministrativo e per gli operatori culturali, promuovendo la cultura dell’accessibilità e sviluppando competenze sui relativi aspetti legali, di accoglienza, mediazione culturale e promozione.

Nella  Missione 3 titolata “Infrastrutture per una mobilità sostenibile”, gli interventi per la mobilità, il trasporto pubblico locale e le linee ferroviarie favoriscono il miglioramento e l’accessibilità di infrastrutture e servizi per tutti i cittadini.

In particolare, si individua come criticità non soltanto la rete, ma anche le stazioni ferroviarie: in numerosi casi esse presentano infatti problemi in termini di accessibilità e integrazione con il territorio.

Gli investimenti andranno pertanto a riqualificare anche le stazioni, migliorandone l’accessibilità, la funzionalità degli edifici, la qualità dei servizi forniti agli utenti, ed i livelli di efficienza energetica.

Nella Missione 4 titolata “ Istruzione e Ricerca” con l’investimento 1.4 si prevede una specifica attenzione per le persone con disabilità, nell’ambito degli interventi per ridurre i divari territoriali nella scuola secondaria di secondo grado.

In particolare il progetto persegue il potenziamento delle competenze di base degli studenti.

La misura prevede:

• Personalizzazione dei percorsi per quelle scuole che hanno riportato livelli prestazionali critici;

• Azioni di supporto mirate per i relativi dirigenti scolastici, a cura di tutor esterni e docenti di supporto (per italiano, matematica e inglese) per almeno un biennio;

Mentoring e formazione (anche da remoto) per almeno il 50 per cento dei docenti ;

• Potenziamento del tempo scuola con progettualità mirate, incremento delle ore di docenza e presenza di esperti per almeno 2000 scuole;

• Programmi e iniziative specifiche di mentoring, counseling e orientamento professionale attivo;

Un progetto-pilota verrà realizzato nel primo semestre del 2021 e sarà finanziato dal PON Scuola con le risorse già disponibili.

L’attuazione sarà a cura del Ministero dell’Istruzione, con il supporto di INVALSI, scuole, Centri Territoriali di Supporto per supportare i giovani disabili o provenienti da aree svantaggiate.

Per un ulteriore approfondimento rimandamo ad un articolo,riguardante il piano di ripresa e resilienza e l’inclusione scolastica, a cura di Salvatore Noncera, consultabile al seguente link.

La Missione 5 titolata “Coesione ed inclusione” è forse la più importante ed è caratterizzata da notevoli elementi di novità per le persone con disabilità, le loro famiglie e gli anziani non autosufficienti.

Essa individua importanti risorse per le infrastrutture sociali, funzionali alla realizzazione di politiche a sostegno delle persone appena indicate.

Si tratta di interventi volti a favorire la socializzazione, sostenere percorsi di vita indipendente, anche con la ristrutturazione di alloggi che sfruttino le tecnologie innovative per superare le barriere fisiche, sensoriali e cognitive che sono di impedimento allo svolgimento autonomo degli atti della vita quotidiana.

In particolare, nella Componente 2 gli interventi interessano le persone più fragili, nella loro dimensione individuale, familiare e sociale.

Il fine è prevenire l’esclusione sociale intervenendo sui principali fattori di rischio individuale e collettivo ed assicurare il recupero della massima autonomia delle persone.

Scendiamo in una analisi più approfondita. 

L’investimento 1.1 è titolato “Sostegno alle persone vulnerabili e prevenzione dell’istituzionalizzazione degli anziani non autosufficienti”.

L’obiettivo dell’investimento consiste nel rafforzare e costruire infrastrutture per i servizi sociali territoriali al fine di prevenire l’istituzionalizzazione.

L’investimento si articola in quattro possibili categorie di interventi da realizzare da parte dei Comuni, singoli o in associazione (Ambiti sociali territoriali), quali:

  1. interventi finalizzati a sostenere le capacità genitoriali e a supportare le famiglie e i bambini in condizioni di vulnerabilità;
  2. interventi per una vita autonoma e per la deistituzionalizzazione delle persone anziane, in particolare non autosufficienti;
  3. interventi per rafforzare i servizi sociali a domicilio per garantire la dimissione anticipata e prevenire il ricovero in ospedale;
  4. interventi per rafforzare i servizi sociali attraverso l’introduzione di meccanismi di condivisione e supervisione per gli assistenti sociali.

La linea di attività più corposa del progetto (oltre 300 milioni) è finalizzata a finanziare la riconversione delle RSA e delle case di riposo per gli anziani in gruppi di appartamenti autonomi, dotati delle attrezzature necessarie e dei servizi attualmente presenti nel contesto istituzionalizzato. Gli ambiti territoriali potranno anche proporre progetti ancora più diffusi, con la creazione di reti

che servano gruppi di appartamenti, assicurando loro i servizi necessari alla permanenza in sicurezza della persona anziana sul proprio territorio, a partire dai servizi domiciliari.

In un caso e nell’altro, l’obiettivo è di assicurare la massima autonomia e indipendenza della persona in un contesto nel quale avviene una esplicita presa in carico da parte dei servizi sociali e vengono assicurati i relativi sostegni.

Elementi di domotica, telemedicina e monitoraggio a distanza permetteranno di aumentare l’efficacia dell’intervento, affiancato da servizi di presa in carico e rafforzamento della domiciliarità, nell’ottica multidisciplinare, in particolare con riferimento all’integrazione sociosanitaria e di attenzione alle esigenze della singola persona.

La linea di attività, così come i progetti in ambito sanitario, saranno completati dalla “Riforma della non autosufficienza” che verrà attuata a livello nazionale, ai fini della formale individuazione di livelli essenziali di assistenza, nell’ottica della deistituzionalizzazione, della domiciliarità, della definizione di un progetto individualizzato che individui e finanzi i sostegni necessari.  

L’investimento 1.2 ha ad oggetto degli specifici percorsi di autonomia per le persone con disabilità.

Ha come obiettivo di accelerare il processo di deistituzionalizzazione, richiamato anche sopra, fornendo servizi sociali e sanitari di comunità e domiciliari al fine di migliorare l’autonomia delle persone con disabilità.

Il progetto sarà realizzato dai Comuni, singoli o in associazione  coordinati dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e in collaborazione con le Regioni, al fine di migliorare la capacità e l’efficacia dei servizi di assistenza sociale personalizzati, focalizzati sui bisogni specifici delle persone disabili e vulnerabili e delle loro famiglie.

Gli interventi saranno centrati sull’aumento dei servizi di assistenza domiciliare e sul supporto delle persone con disabilità per consentire loro di raggiungere una maggiore qualità della vita rinnovando gli spazi domestici in base alle loro esigenze specifiche, sviluppando soluzioni domestiche e trovando nuove aree anche tramite l’assegnazione di proprietà immobiliari confiscate alle organizzazioni criminali.

Inoltre, l’investimento fornirà alle persone disabili e vulnerabili dispositivi ICT e supporto per sviluppare competenze digitali, al fine di garantire loro l’indipendenza economica e la riduzione delle barriere di accesso al mercato del lavoro attraverso soluzioni di smart working.

Ulteriore novità, è caratterizzata dalla realizzazione di una “Legge quadro della disabilità”.

Il Governo ha creato con la legge di bilancio 2020 un Fondo disabilità e non autosufficienza e ha allocato complessivamente 800 milioni per il triennio 2021-2023.  

La Legge verrà finanziata con queste risorse.

Essa si propone di realizzare una riforma della normativa sulle disabilità nell’ottica della de-istituzionalizzazione e della promozione dell’autonomia delle persone con disabilità.

In tal senso l’obiettivo si realizza attraverso il rafforzamento e la qualificazione dell’offerta di servizi sociali da parte degli Ambiti territoriali, la semplificazione dell’accesso ai servizi socio-sanitari, la revisione delle procedure per l’accertamento delle disabilità, la promozione dei progetti di vita indipendente, la promozione delle unità di valutazione multidimensionale sui territori, in grado di definire progetti individuali e personalizzati ex art. 14 Legge n. 328/00 e legge 112/2016, anche attraverso l’implementazione territoriale dei Punti Unici di Accesso per le persone con Disabilità (PUA) quali strumenti per la valutazione multidimensionale.

La riforma prevede la realizzazione di una riforma della normativa sulle disabilità nell’ottica della de-istituzionalizzazione e della promozione dell’autonomia delle persone con disabilità.

L’obiettivo è realizzare pienamente i principi della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità del 2006, ratificata dall’Italia fin dal 2009), secondo un approccio del tutto coerente con la Carta dei diritti fondamentale dell’Unione Europea e con la recente “Strategia per i diritti delle persone con disabilità 2021-2030” presentata a marzo 2021 dalla Commissione Europea.

Per le persone anziane non autosufficienti, il Piano introduce diverse misure, strettamente legate tra loro, sia riguardo al rafforzamento dei servizi sociali territoriali finalizzato alla prevenzione dell’istituzionalizzazione e al mantenimento, per quanto possibile, di una dimensione autonoma, sia attraverso il potenziamento dell’assistenza sanitaria, soprattutto radicata sul territorio.

Nella Missione 5, sono stanziati fondi per il sostegno alle persone fragili e anziane per rafforzare i servizi sociali territoriali e “di prossimità”; una gran parte di essi riguardano la riconversione delle RSA e delle case di riposo per gli anziani in gruppi di appartamenti autonomi.

L’obiettivo è assicurare, la massima autonomia e indipendenza delle persone anziane, in un contesto nel quale viene garantita una diretta presa in carico da parte dei servizi sociali e vengono assicurati i relativi sostegni.

Questi interventi sono affiancati da una riforma tesa a introdurre un sistema organico di interventi in favore degli anziani non autosufficienti, finalizzata all’individuazione di livelli essenziali delle prestazioni.
Gli interventi della Missione 5 sono strettamente integrati con i progetti proposti nel capitolo sanitario del Piano, in particolare con la riforma dei servizi sanitari, indicata nella Missione successiva.

La Missione 6, titolata “Salute”, sono stanziati fondi specifici per il potenziamento dell’assistenza sanitaria e della rete sanitaria territoriale.

In particolare, vi sarà un investimento consistente per l’attivazione di 1.288 “Case della Comunità”, cioè punti di assistenza continuativa per la popolazione, in particolare per le persone fragili e gli anziani.

Altre risorse sono invece stanziate per il potenziamento dei servizi domiciliari e la telemedicina. Tali investimenti hanno l’obiettivo di rafforzare i servizi sanitari di prossimità e domiciliari al fine di garantire un’assistenza sanitaria più vicina ai soggetti più fragili, come gli anziani non autosufficienti, riducendo così la necessità di istituzionalizzarli ed al contempo garantendo loro tutte le cure necessarie in un contesto autonomo e socialmente adeguato.

Inoltre, questi investimenti si legano anche all’investimento previsto dalla Missione 5 per la valorizzazione delle aree interne.

L’attuazione ed il monitoraggio

Un parte importante è relativa all’attuazione ed il monitoraggio del Piano.

L’orizzonte temporale che il Governo si è dato per la completa attuazione è il 2026. 

La fase di attuazione del PNRR si articolerà in modo da assicurare:

  1. La realizzazione di specifici interventi e delle necessarie riforme, cui provvedono, nelle rispettive competenze, le singole Amministrazioni centrali interessate (Ministeri), nonché le regioni e gli enti locali;
  2. Il coordinamento centralizzato per il monitoraggio e il controllo sull’attuazione del Piano; a tal fine sarà istituito, presso il Ministero dell’economia e delle finanze, un’apposita struttura, che costituisce il punto di contatto con la Commissione europea per il PNRR;
  3. L’istituzione della Cabina di Regia per il PNRR, con il compito di garantire il monitoraggio dell’avanzamento del presente Piano, il rafforzamento della cooperazione con il partenariato economico, sociale e territoriale, e di proporre l’attivazione di poteri sostitutivi e le modifiche normative necessarie per l’implementazione delle misure del PNRR.

Per quanto riguarda l’attuazione dei singoli interventi, vi provvederanno le Amministrazioni centrali, le Regioni e gli enti locali, sulla base delle competenze istituzionali, tenuto conto del settore di riferimento e della natura dell’intervento.

L’attuazione degli interventi avverrà con le strutture e le procedure già esistenti, ferme restando le misure di semplificazione e rafforzamento organizzativo che saranno introdotte.

L’attività di monitoraggio sull’attuazione del PNRR sarà coadiuvata da un apposito sistema informatico sviluppato dal Ministero dell’economia e delle finanze.

Il sistema di monitoraggio rileverà tutti i dati relativi all’attuazione del PNRR, sia a livello finanziario (spese sostenute per l’attuazione delle misure e le riforme), sia fisico (attraverso la rilevazione degli appositi indicatori), sia procedurale.

Per la verifica dell’attuazione e del monitoraggio, il PNRR utilizzerà il sistema Informativo “ReGiS”, sviluppato dal Ministero dell’economia e delle finanze per supportare i processi di 

attuazione dei programmi cofinanziati dall’Unione Europea e dei corrispondenti strumenti della programmazione nazionale, assicurando la tracciabilità e trasparenza delle operazioni e l’efficiente scambio elettronico dei dati tra i diversi soggetti coinvolti nella Governance del Piano.

Vi saranno anche delle comunicazioni che verranno garantite nel corsi dell’attuazione, con le varie missioni raggiunte o in corso, nonché dei resoconti periodici da parte del Governo al Parlamento ed all’Unione Europea.

Conclusioni

Nel Piano vi sono passaggi sostenuti per anni da molti Governi, ma quasi mai attuati; si pensi alla riforma dei meccanismi di accertamento della disabilità che però, uniti a quelli specificamente dedicati ai temi della scuola e del lavoro, costituiscono un tutt’uno organico decisamente nuovo.  

Vì è anche un uso appropriato della terminologia riguardante la disabilità, nonché la sistemazione, nelle “giuste” caselle”, di punti di riferimento fondamentali quali la Convenzione ONU e la recente Strategia Europea 2021-2030.

Nel testo pertanto, vi sono ottimi spunti, in ambito di sostegno alle famiglie con disabilità, di scuola, di lavoro, di progettazione della vita indipendente e altro ancora.

Tutto, naturalmente, dovrà essere sostanziato nella concretezza dei fatti e negli investimenti che verranno effettuati in questo arco temporale di attuazione.

30 Aprile 2021

Approfondimento a cura del Centro Studi Giuridici HandyLex
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